L'Obesità è una malattia complessa, cronica, progressiva e recidivante, che deriva dall'interazione di fattori genetici, psicologici e ambientali e richiede un trattamento a lungo temine.
È caratterizzata dall'eccessivo accumulo di tessuto adiposo e si associa ad aumentato rischio cardiovascolare, metabolico e di altre patologie non trasmissibili, quali neoplasie, malattie respiratorie, osteoarticolari, impattando negativamente sull’aspettativa e sulla qualità di vita.
Si tratta di una condizione multifattoriale che coinvolge il metabolismo, il sistema endocrino, ma anche circuiti nervosi cerebrali, la sfera emotiva e comportamentale.
Tali implicazioni compromettono la salute fisica e mentale, peggiorano il benessere complessivo e coinvolgono anche il contesto sociale e culturale dell’individuo.
La comunicazione attraverso il mondo dei social network influenza sempre di più il rapporto con il cibo e il corpo, proponendo modelli estetici irrealistici e diffondendo una cultura della dieta basata su regole alimentari rigide, schemi grassofobici di stigma e stereotipi corporei.
La comunità scientifica riconosce l’Obesità come “malattia neurocomportamentale”.
Tale definizione è supportata da noti meccanismi neurobiologici sottostanti, che riguardano alterazioni nei sistemi centrali di regolazione della fame e nei circuiti della ricompensa, della gratificazione e dello stress.
Anche aspetti di disregolazione emotiva, comprovati dalla frequente associazione con patologie psichiatriche, nonché l’associazione tra Obesità e Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED), supportano l’implicazione neurobiologica nell’origine e nel mantenimento dell’Obesità.
Gli approfondimenti degli studi di neuroscienze hanno dato l’avvio a nuovi approcci terapeutici che prevedono l’integrazione tra riabilitazione nutrizionale (metodo non prescrittivo, con approccio Mindful Eating, Intuitive Eating), psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale e somatico (ascolto del corpo, delle sensazioni e delle emozioni) e terapia farmacologica.
La recente introduzione di nuovi farmaci per il trattamento dell’Obesità, i GLP-1RA, oltre a favorire il calo ponderale, ha prodotto evidenze sulla riduzione del rischio cardiovascolare e sulle comorbilità metaboliche associate. A sostegno della patogenesi neurocomportamentale dell’Obesità, questi farmaci migliorano anche la gestione del craving alimentare, in quanto oltre ad interferire sul controllo omeostatico dell’assunzione di cibo, regolano la componente edonica che sta alla base dei comportamenti alimentari di emotional eating, rewarding e food addiction.
I molteplici fattori che mantengono nel tempo questa patologia dallo scenario complesso rendono i risultati della sola prescrizione dietetica limitati alla durata del trattamento.
Questo evento formativo mira a suggerire strategie di miglioramento della pratica clinica dell’Obesità, presentando un modello di gestione di tipo sistemico ed inclusivo, nell’ambito di una presa in carico da parte di una equipe multidisciplinare integrata. Nelle diverse fasi del percorso di cura dall’assessment, alla riabilitazione, fino al supporto nel lungo termine, le varie aree di intervento (nutrizionale, psicoterapica, farmacologica) tramite strategie combinate in un programma globale, perseguono obiettivi personalizzati che vanno oltre alla gestione del sintomo, affrontandone le cause profonde. Seppur cronica e non guaribile, L’obesità è una malattia curabile (OMS,2024); interventi tempestivi possono migliorare gli outcomes clinici ma anche il benessere psicofisico individuale di chi ne è affetto.