I pazienti affetti da disturbi psichiatrici gravi come schizofrenia, disturbo schizoaffettivo e disturbo bipolare che presentano tratti psicotici, soffrono frequentemente di disturbi concomitanti da uso di sostanze (substance use disorder, SUD) cosiddetti pazienti con doppia diagnosi (dual disorder, DD). Questi disturbi vengono definiti come condizioni in cui l'abuso e la dipendenza da sostanze come alcool, anfetamine, cocaina, oppiacei, cannabis o nicotina ha un impatto negativo sulla vita familiare e sociale, sul lavoro e sulla scuola. Circa il 25-50% dei pazienti psicotici riceve una diagnosi di schizofrenia e di disturbo concomitante da dipendenza, inoltre, la prevalenza del SUD è del 25,1% nei pazienti con schizofrenia e del 20% in quelli con DB, con i giovani uomini schizofrenici che mostrano la più alta prevalenza del disturbo da uso di sostanze diverse dall’alcool, tanto che tale abuso è una condizione frequente nei pazienti che presentano un primo episodio di psicosi con una prevalenza che oscilla tra il 25 e il 60%. Inoltre, in alcuni individui, l’uso concomitante di sostanze potrebbe innescare sintomi psicotici dal momento che le stesse vengono usate come auto-medicazione per alleviare i sintomi psicotici stessi. E’ bene ricordare che la DD/psicosi è associata ad una maggiore frequenza di ricadute psicotiche e di accessi in pronto soccorso, nonché alla tendenza alla cronicizzazione della patologia.
In questo complesso scenario fornire il trattamento adeguato è difficile e la scelta della terapia è ulteriormente complicata dalla consapevolezza relativa alla scarsa compliance dei pazienti, considerando inoltre che essi (DD/psicosi) risultano più sensibili agli effetti indesiderati degli antipsicotici e pertanto, appare giustificata la scelta di farmaci per cui è stata dimostrata una bassa incidenza di effetti avversi.
In aggiunta, in questo setting clinico, potrebbero essere preferibili agli antipsicotici a rilascio prolungato che presentano le caratteristiche sopracitate per ragioni correlate sia all’aderenza sia a caratteristiche farmacocinetiche.
A tutt’oggi sono stati compiuti pochi sforzi per fornire un quadro clinico e procedurale comune per i pazienti con DD e politiche differenti si sono focalizzate o su problemi gravi di salute mentale o sulla dipendenza: è essenziale continuare a lavorare per fornire strategie che possano affrontare tale enorme problema.